Dall’arte alla cucina: come si diventa food stylist?

Ma chi è il food stylist? Questa infatti non è semplicemente una professione, ma un’espressione artistica sofisticata, in grado di svolgere un ruolo fondamentale nel panorama dello still life food contemporaneo.
Il cibo non è solo nutrimento del corpo che passa attraverso la bocca, ma è arte visiva, sensorialità pura, in grado di stimolare la vista, ma anche tutti gli altri sensi, e di amplificare persino la percezione di un gusto attraverso la precisione delle linee, la composizione meticolosa, la scelta dei colori e la disposizione delle texture che danno carattere ed identità a quel determinato piatto.
Una portata che esprime un bell’impiattamento “lo si mangia con gli occhi”, prima ancora di degustarlo, se ne fa esperienza tattile talvolta e lo si decodifica in mille molecole odorose, generando un’esperienza che va oltre gli ingredienti del piatto, fino ad evocare ricordi ed emozioni, risvegliando anche “appetito cognitivo” attraverso una narrazione emotiva profonda. 


La nascita di una passione: chi è la food stylist


La food stylist è letteralmente “la stilista del cibo”, ovverosia  una professionista che, con tantissima passione per il cibo e per la cucina, oltre ad uno smodato senso estetico, con estrema maestria e profonda creatività, si occupa di stand-in plate, ovvero di “tutto quello che c’è nel piatto” e di come c’è, curando la preparazione e il “gusto” visivo dell’impiattamento. Essere una food stylist significa avere un approccio estetico e un senso della composizione fortemente sviluppati, per saper immaginare prima ancora di creare materialmente il visual food che si vuole ottenere conoscendo anche bene le caratteristiche di colore resa in cottura e consistenze degli specifici alimenti. Questa figura deve avere pieno controllo sul cibo nel piatto, e, se qualora qualcosa non dovesse andare come previsto, deve sapere anche come intervenire per risolvere. Anche perché “quell’impiattamento” deve sopportare anche molte ore di set e tanti scatti o riprese, ma bisogna che appaia sempre “fresco e invitante al morso”, proprio come appena preparato.
Ma soprattutto questa esperta di immagine deve saper raccontare storie seducenti attraverso l’aspetto visivo attraente ed evocativo degli elementi disposti nella mise-en-place, così da far realizzare scatti o riprese in grado di coinvolgere, emozionare richiamare intimi aspetti della personalità e creare relazioni profonde tra quel piatto e chi lo fruisce in ogni senso, così da trasformare quel contatto in un’esperienza che parla all’anima tanto quanto al palato.


Quali competenze sono richieste ad una food stylist?


Tanto per cominciare questa figura deve avere una solida comprensione della cucina. Dopo tutto, il cibo è la materia prima con cui lavora e pertanto non può esimersi da conoscenze e attitudini tecniche.
Beh, non stiamo dicendo certamente che deve ambire ad aprire un ristorante stellato (e perché no poi 😉), nè essere necessariamente una provetta concorrente di MasterChef, ma certamente deve saper anche cucinare, e deve saper scegliere ogni elemento di un piatto, a partire dalla selezione delle materie prime, delle quali è necessario che abbia una conoscenza approfondita, così come competenza dei metodi di cottura e delle tecniche di presentazione e di come questi interagiscono tra loro, o di come possa essere la resa di determinati colori e texture sotto l’effetto del calore.
La stilista del cibo deve poi avere cognizione della luce e della luminosità, lavora in esterna o in studio e l’effetto della luce può cambiare moltissimo anche rispetto ai diversi momenti della giornata e rispetto ad alcuni angoli di ripresa per gli shooting o per i video.
Ma a completare questo profilo “tecnico” soft skills come la creatività, che nessuno, rispetto alle precedenti competenze può “apprendere”, se non possedendo già questa dote, come la massima attenzione per i dettagli di ciò che è stand in plate: basta una briciola di cibo fuori posto, un riflesso di luce sbagliato, per un impatto totalmente diverso sulla resa finale.

Ma chi lavora in questo settore deve anche avere nervi ben saldi e calma serafica, oltre a grande resilienza, così da poter e saper lavorare anche sotto pressione all’interno di ambienti frenetici e sottoposti a rigide scadenze. Questo è infatti un lavoro da team, mai da solista e c’è sempre un food photographer, un prop stylist per gli allestimenti di oggetti in scena, dei copywriter, gli art director e magari anche altre figure specifiche e dedicate, talvolta anche clienti e committenti del progetto.
E soprattutto chi dovesse decidere di fare questo lavoro deve avere tanta, ma proprio tanta, passione per il cibo! 


Food styling dalla teoria alla pratica 


Per illustrare come il mondo del food styling si traduca in pratica, vi presentiamo brevemente i progetti realizzati per tre nostri clienti e per i quali la resa non sarebbe stata assolutamente quella avuta, senza il contributo prezioso dei food stylist che hanno collaborato con noi di Kortocircuito.  


Sceffy

L’obiettivo del progetto di Fresh Eat era quello di enfatizzare la freschezza e la bontà dei piatti pronti e cotti a bassa temperatura. La scelta è ricaduta quindi sulla figura di una food stylist, per rendere ogni piatto presentato così attraente e delizioso da saltare fuori dallo schermo.


Everli

Con lo spot per Everli Spa, Kortocircuito ha realizzato un progetto fortemente creativo, trasferendo la volontà del cliente di celebrare i personal shopper, figure essenziali nella catena del delivery, perché con cura selezionano i prodotti migliori nei supermercati per consegnarli direttamente a casa delle persone. La sfida era mostrare il loro lavoro in modo sincero ed emozionante, ed è qui che la food stylist ha avuto un ruolo fondamentale. Grazie al suo tocco, ogni prodotto alimentare non era solo un oggetto, ma un simbolo di dedizione e cura. 


Pema

Il progetto per il brand Pema, leader mondiale nella produzione del pane di segale, era quello di creare ben 6 video spot, in grado di evocare le qualità del prodotto, attraverso le riprese di Kortocircuito che ha realizzato un contest di food art a base di “pane di segale”. Grazie all’attrattività potente delle immagini e delle riprese, attraverso la visibilità mediatica di sei food blogger e il talento di Simone Finetti, e all’abilità di una food stylist, che con la sua perizia ha trasformato ogni pane Pema in un protagonista assoluto, il progetto ha raggiunto tutti gli obiettivi desiderati.

Beh, ma allora per rispondere alla nostra domanda iniziale su come si possa diventare food stylist? Vi diamo una notizia che possibilmente per alcuni suonerà come incredibile: non ci sono scuole o corsi dedicati!  Diversamente da quanto avviene in altre parti del mondo! L’Italia è la patria per eccellenza del buon cibo e nel nostro paese esso assume davvero l’accento di una “sacralità” indifferibile.
Però certamente chi desidera intraprendere questa professione deve possibilmente sapere cucinare, come abbiamo detto, per poter “avere a che fare con la materia prima”. Utile per svolgere questo livello con un’alta qualità anche il frequentare un corso base di fotografia, per avere informazioni di base su luce, colori e tecniche di inquadratura e possibilmente utilizzo dei filtri.
Solo così davvero non sarà semplicemente buono, ma davvero bello!   

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