Sceneggiatura cinematografica come scriverla e cosa fare
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“C’è qualcosa di più importante della logica: è l’immaginazione”.
Questa celebre frase di Alfred Hitchcock racchiude l’essenza della magia che si cela dietro la creazione di un film. E al centro di tutto questo c’è la sceneggiatura cinematografica, una guida essenziale per registi e attori, che trasforma un’idea in una storia vivida e strutturata. Non si tratta solo di una trama, ma di uno script attento e preciso che documenta ogni dettaglio: dai dialoghi degli attori alla voce narrante, dai cambi di location alle sequenze delle riprese.
Se sogni di portare le tue storie sul grande (o piccolo) schermo, comprendere l’arte della sceneggiatura è il primo passo. Proseguendo con la lettura, scopriremo insieme i segreti e i trucchi del mestiere che ti permetteranno di scrivere una sceneggiatura di valore, fornendoti una guida pratica su come scriverla e cosa fare per trasformare la tua immaginazione in realtà.
Tutte le Fasi Essenziali della Scrittura di una Sceneggiatura Cinematografica
Tutte le fasi della scrittura della sceneggiatura cinematografica
Scrivere una sceneggiatura che si rispetti deve seguire precisi step, in una sorta di scaletta che metta ordine nei pensieri e nel cosiddetto processo creativo. Vediamo insieme i principali passaggi e le fasi necessarie.
Scrivere il Soggetto: il primo passo della tua storia
Si tratta di una breve presentazione della storia, della vicenda, con la presentazione dei personaggi principali, secondari e antagonisti. La trama è narrata nei punti chiave ed è presente anche il finale. Il soggetto è una preview, un’anteprima della sceneggiatura, che viene presa in visione dal produttore in fase di pre-produzione; per questo motivo, deve essere accattivante, in modo da catturare l’attenzione di chi finanzierà l’opera.
Il Trattamento: come espandere la narrazione
Il soggetto dello script qui diventa più ampio e articolato, mentre prende forma di narrazione, in cui ogni scena viene descritta in modo più approfondito, compresi i dialoghi, gli ambienti, la sequenza di ogni inquadratura.
La Scaletta: l’intreccio che cattura l’attenzione
La scaletta è la fase in cui si descrivono l’intreccio, le scene in sequenza, gli antefatti, i flashback e le anticipazioni all’interno della storia, utili a creare suspence, attesa, hype, efficaci nel catturare l’attenzione dello spettatore e tenerlo attaccato alla schermo per tutta la durata del film. Vi ricordate la differenza fra trama e intreccio, che tanto ci fece patire alla scuola media? Se ben ricordate, si tratta di una delle distinzioni primarie da fare quando si studia la narrativa, e soprattutto le favole di Esopo: quando si insegna ai bambini come scrivere una storia, si distingue per prima cosa la netta differenza tra quella che è la trama, e cioè la sequenza dei fatti in ordine cronologico, e quello che è invece l’intreccio, la narrazione della stessa vicenda ma ricca di passaggi e salti temporali all’indietro e in avanti, tra flashback e previsioni nel futuro, immaginazione e memoria, anticipazioni, ipotesi e così via dicendo.
Storyboard: la sceneggiatura visiva per il regista
Un elemento molto simile alla trama è lo storyboard, uno strumento, una risorsa preziosa non solo per chi scrive una sceneggiatura, ma soprattutto per chi con quella sceneggiatura cinematografica deve lavorare e la deve applicare e adattare al set cinematografico.
In questo caso abbiamo uno schema approfondito e molto preciso che presenta ogni sequenza del film o dello spot pubblicitario, corredato da schizzi che semplificano la composizione delle scene. Ogni scena è in sequenza cronologica e descrive i dialoghi, le posizioni e i gesti degli attori rispetto agli altri soggetti (o oggetti e elementi scenici) presenti sulla scena, e approfondisce informazioni in merito alla location, agli oggetti e così via, oltre ad indicare notizie essenziali tecniche.
Infatti, nello storyboard, che può essere interpretato come un copione per immagini e suoni, sono descritti anche i campi, i primi piani, i piani lunghi e lunghissimi, quindi le tipologie di inquadrature e tutti i dettagli utili a inquadrare e contestualizzare una specifica scena in modo perfetto. Storyboard significa anche continuità narrativa, attraverso una timeline che riporti l’andamento dei fatti in modo molto preciso, coerente e cronologicamente esatto, con tutti i fatti principali: in questo modo il regista e tutta la troupe sulla scena non perdono mai di vista il quadro complessivo di ogni sequenza.
Scheda dei personaggi: dare vita ai protagonisti
Un’altra risorsa molto importante, nella scrittura di una sceneggiatura, è la scheda dei personaggi, che comprende tutti i soggetti presenti nel film o nello spot pubblicitario, descritti in modo puntuale sia dal punto di vista fisico, e sia caratteriale e psicologico. Questo strumento è importante poiché permette di dare una giusta caratterizzazione al personaggio, a capire qual è il suo ruolo all’interno della narrazione, della trama e dell’intreccio, focalizzando l’attenzione sulla funzione narrativa nei momenti di entrata e uscita dalla scena.
Lista degli antefatti: non perdere il filo della storia
Una risorsa essenziale, poiché permette al regista di rimanere ben saldo ai fatti e agli avvenimenti, e di non fare confusione: avere sempre sotto mano questa risorsa aiuta durante lo svolgimento dell’intreccio, e consente di non perdere mai nemmeno un passaggio degli eventi narrativi. Una lista degli antefatti è come lo schizzo visivo che usano i detective durante le indagini di un delitto, quelle associazioni di immagini e didascalie efficaci per tenere sotto controllo tutti gli indizi e le prove del delitto.
Varie tipologie di sceneggiatura
I Esistono diverse tipologie di sceneggiatura, ognuna con le sue caratteristiche. Qui ne vogliamo ricordare tre in termini di struttura:
– la sceneggiatura tecnica, utilizzata principalmente per documentari o film industriali, e che si concentra sulla trasmissione di informazioni in modo chiaro e conciso;
– la sceneggiatura letteraria, che è più simile ad un romanzo, con descrizioni dettagliate degli ambienti e dei personaggi;
– la sceneggiatura ibrida, combinazione delle due precedenti, che bilancia la necessità di essere precisi e concisi con quella di creare un’atmosfera coinvolgente.
Le sceneggiature, come stile di scrittura, possono essere scritte all’italiana, alla francese, all’americana, che è quella oggi più diffusa, poiché più semplice e scorrevole: i dialoghi sono centrali mentre le didascalie sono riportate sopra e sotto, in un unico foglio. Non ci sono tecnicismi, in modo da rendere il tutto più fluido.
Formati Standard:
Sceneggiatura all’Italiana, Francese e Americana Oltre alle tipologie basate sulla funzione, le sceneggiature possono essere scritte seguendo diverse convenzioni di formattazione, che ne definiscono lo stile di impaginazione:
– all’italiana: con la pagina divisa in due colonne, una per le azioni e l’altra per i dialoghi e i suoni. È un formato più tradizionale ma meno diffuso oggi;
– alla francese: simile all’italiana ma con una divisione più netta tra testo e indicazioni tecniche;
– all’americana: è quella oggi più diffusa e universalmente riconosciuta nell’industria cinematografica. Si caratterizza per la sua semplicità e scorrevolezza: i dialoghi sono centrali, mentre le didascalie (azioni, descrizioni) sono riportate sopra e sotto, in un unico blocco. Non ci sono tecnicismi eccessivi, rendendo la lettura più fluida e immediata per chiunque lavori sul set. Un solo foglio corrisponde indicativamente a un minuto di schermo.
Scrivere per la TV:
la sceneggiatura seriale Nell’era delle piattaforme di streaming, è importante considerare anche la sceneggiatura seriale o per la televisione. A differenza del film, che ha una storia autoconclusiva, una serie TV si sviluppa su più episodi e stagioni. Questo richiede una pianificazione differente, con lo sviluppo di archi narrativi di stagione e di serie, e la creazione di personaggi che possano evolvere nel tempo attraverso le varie puntate. Il formato “all’americana” è comunque lo standard anche per le serie TV, con aggiunte come i ‘bible’ che descrivono l’universo narrativo e i personaggi.
I dialoghi: anima della sceneggiatura
I già citati dialoghi sono senza ombra di dubbio lo strumento più potente per rivelare i personaggi e far avanzare la trama della sceneggiatura.
Un buon dialogo deve essere innanzitutto credibile, in quanto i personaggi devono parlare in modo naturale, utilizzando un linguaggio adatto al loro contesto sociale e culturale. Seconda cosa ogni battuta deve essere funzionale, avere uno scopo, per palesare un aspetto del personaggio, far avanzare la trama o creare attese ed aspettative. Infine i dialoghi devono essere essere coinvolgenti, interessanti e stimolanti, in grado di catturare l’attenzione del pubblico.
Infine i dialoghi devono essere essere coinvolgenti, interessanti e stimolanti, in grado di catturare l’attenzione del pubblico. Un buon dialogo spesso include anche il subtext, ovvero ciò che i personaggi non dicono esplicitamente ma che è implicito nelle loro parole e nel loro comportamento, rendendo la scena più profonda e ricca di significato.
La struttura narrativa della sceneggiatura
La struttura narrativa è fondamentale per guidare lo spettatore attraverso la storia. Le strutture più comuni sono:
La Struttura in Tre Atti: È il modello più diffuso nel cinema e nella televisione. Permette di evidenziare una chiara suddivisione in:
Atto I (Introduzione): Vengono presentati i personaggi e l’ambientazione, e si verifica l’incidente scatenante che dà il via alla storia.
Atto II (Confronto/Sviluppo): Il protagonista affronta ostacoli, sviluppa relazioni e si avvicina o allontana dal suo obiettivo, culminando in un punto di svolta cruciale.
Atto III (Risoluzione): La storia giunge al culmine (climax) e si conclude con la risoluzione del conflitto.
La Struttura Circolare: In questo caso la storia inizia e finisce nello stesso punto, ma il protagonista è cambiato a seguito del suo percorso e delle esperienze vissute.
La Struttura Non Lineare: Qui la storia viene raccontata fuori dall’ordine cronologico, utilizzando flashback, flashforward, o alternando diverse linee temporali per creare suspence, rivelare informazioni gradualmente o esplorare più punti di vista.
Diventare Sceneggiatore: Consigli Pratici e Risorse Utili
La sceneggiatura cinematografica è sicuramente un mestiere complesso che richiede precisione, creatività e attenzione ai dettagli. E no, non basta solo saper scrivere bene e avere enorme passione! Occorre anche:
Studiare sempre e leggere molto: Soprattutto romanzi, saggi sulla scrittura, e naturalmente, tante sceneggiature di film e serie TV già realizzate. Puoi trovare script online o in librerie specializzate. Leggere sceneggiature ti aiuterà a capire il formato e come gli autori costruiscono scene e dialoghi.
Guardare molti film e serie TV, analizzandone i passaggi: Non basta essere amanti del cinema “da cinofili”. Il nostro consiglio è di guardare i prodotti audiovisivi con un occhio critico, analizzando come vengono costruite le storie, le scelte narrative, la caratterizzazione dei personaggi e la funzione di ogni scena. Prendi appunti!
Scrivere ogni giorno: Più scrivete e più migliorerà il vostro stile e la vostra capacità di mettere su carta le idee. La disciplina e la costanza sono fondamentali in questo mestiere.
Registra le tue idee: Tieni un quaderno o usa app per annotare ogni spunto, dialogo o situazione che ti viene in mente. Le idee migliori spesso arrivano nei momenti meno attesi.
Fare sani confronti e chiedere feedback: Condividi le tue idee e i tuoi lavori (anche i dubbi) con altri sceneggiatori o con lettori di fiducia. I corsi di sceneggiatura e i workshop possono diventare canali preziosi per ricevere feedback costruttivi e imparare da professionisti del settore. Considera anche l’uso di software per sceneggiatura come Final Draft o Celtx, che ti aiutano a rispettare il formato standard.
Non mollare mai: Scrivere una sceneggiatura è un percorso lungo e tortuoso, fatto di scelte, attenzione e cura verso anche i più piccoli dettagli. Ci saranno momenti di scoraggiamento e mille ripensamenti, ma con creatività, volontà ferrea e soprattutto perseveranza, diventa uno dei mestieri più belli che esistano al mondo. Ricorda che la revisione è una parte cruciale del processo: la prima bozza non è mai quella finale!
La sceneggiatura cinematografica è senza dubbio un mestiere complesso, che richiede precisione, creatività e un’attenzione maniacale ai dettagli. Non basta solo saper scrivere bene o avere un’enorme passione; occorre un impegno costante nello studio, nella lettura e, soprattutto, nella pratica quotidiana.
Come abbiamo visto, dalle fasi iniziali come il soggetto e il trattamento, passando per l’organizzazione dell’intreccio con la scaletta e lo storyboard, fino alla cura dei dialoghi e alla comprensione delle strutture narrative, ogni elemento contribuisce a dare forma alla tua visione.
Quindi, per voi aspiranti sceneggiatori, il messaggio è chiaro: non mollate mai. Anche quando i dubbi si faranno sentire, ricordate che scrivere una sceneggiatura è un percorso lungo e tortuoso, fatto di scelte e di cura verso anche i più piccoli dettagli. Ma con creatività, una volontà ferrea e soprattutto perseveranza, la scrittura di una sceneggiatura può diventare uno dei mestieri più belli ed appaganti che esistano al mondo. Inizia oggi stesso a trasformare la tua immaginazione in un film!

Questo articolo è stato realizzato grazie agli incentivi TOCC “Transizione ecologica organismi culturali e creativi” promosso dal Ministero della Cultura e gestito da Invitalia, grazie ai fondi dell’unione europea NextgenerationUe.
*Il podcast KortoTalks è stato realizzato grazie alla partnership con Milk Studios, con Davide di Pasquale di Associazione Uniamoci onlus, grazie a Marco Bongi dell’Associazione pro retinopatici e ipovedenti, grazie a Dario Sorgato dell’associazione NoysyVision Onlus.
