Strategie di distribuzione video: approfondisci le diverse piattaforme da Netflix a YouTube

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C’è un mondo che vive e respira dietro ogni pixel dello schermo, un universo in cui le storie prendono vita. Questo è il mondo delle piattaforme più famose: da Netflix a Youtube passando anche per social come Facebook, Instagram e TikTok, ognuna con il proprio ritmo, con una struttura specifica e con un suo pubblico.
Esploriamo, allora, cosa c’è dietro questo ecosistema fatto di storie, parole ed immagini e, passando attraverso l’eterogeneità di questi canali digitali, scopriamo come ogni contenuto sia ideato, creato e curato per immergere lo spettatore in un’esperienza unica e avvolgente, e come questa possa essere una porta d’accesso ad un mondo di opportunità, strategie e insights per la distribuzione video .

Se vi siete chiesti quanti e quali sono i canali di distribuzione video o qual è la strategia più adatta per lanciare un video sulla pay-tv, non vi resta che ascoltare, leggere e guardare come portiamo le idee fuori dal circuito.

Non ti va di leggere? Ascolta l’articolo sul nostro podcast, realizzato grazie al bando TOCC*


Dall’idea al contenuto: strategie tailor made per la distribuzione video


Uno degli errori più comuni e più rischiosi in cui si può cadere è proporre lo stesso contenuto all’interno di ogni piattaforma o di ogni social, senza differenziare in base al pubblico, all’obiettivo, alla tipologia stessa di media. Ogni mezzo di comunicazione veicola un differente messaggio e va a colpire un particolare pubblico. Se desiderate pertanto produrre contenuti visivi efficaci e vincenti, che possano aumentare il traffico in rete e favorire la visibilità di un’azienda, come prima cosa dovete conoscere quali sono le differenze tra le varie piattaforme, da Netflix a Youtube, senza dimenticare ovviamente i social network, ognuno con una propria connotazione e audience di riferimento ben specifica. Ma allora come poter fissare la migliore strategia di distribuzione video, e come lanciare i contenuti per renderli assolutamente affascinanti agli occhi del target?

Netflix e Youtube quali sono le differenze e le analogie?


Lo streaming video è uno dei battlefield, dove la concorrenza è più spietata, basti pensare ai grandi colossi internazionali come Disney Plus, Amazon Prime, o gli italiani Now TV, Rai Play o Mediaset Infinity.  Quando anche l’audience cambia, è necessario diversificare la strategia e proporre contenuti visivi e multimediali differenti.


Netflix il colosso di film e serie TV


Parliamo di un esempio pratico con la piattaforma di Netflix. Questa si fonda sull’acquisizione di contenuti visivi, tra cui serie TV, documentari, film, cartoni animati e approfondimenti culturali, e su una produzione indipendente sponsorizzata dallo stesso canale, che trova le proprie fondamenta nella sottoscrizione di un abbonamento mensile. In pratica, Netflix si comporta come una casa di produzione cinematografica che lavora nel digitale. La crescita di questa piattaforma streaming si basa su:

– qualità dei contenuti;
– massificazione dell’accesso alla rete in tutto il pianeta;
– investimento sul talento e sull’innovazione.

Investire su Netflix, proponendo argomenti, topic e idee, è la missione giusta per chi desidera puntare sulla qualità dei contenuti e soprattutto sull’approfondimento degli stessi: scorrendo i molteplici titoli sul proprio profilo, infatti, non è solamente possibile personalizzare le scelte attraverso l’algoritmo, ma soprattutto scoprire podcast, servizi dietro le quinte, interviste, contenuti speciali inediti a disposizione degli abbonati.


Youtube: la piattaforma che si basa sulla pubblicità


Completamente differente è l’investimento che si può fare su Youtube, una piattaforma digitale assolutamente eclettica e dinamica, con una filosofia molto diversa, che amalgama perfettamente le funzionalità dei social media con quelle della piattaforma di distribuzione video.
Inoltre rappresenta una scelta accessibile, potentemente inclusiva: iscriversi è completamente gratuito e lo possono fare tutti, in modo del tutto democratico. Questo fa sì che Youtube sia il social di tutti, pop, della porta accanto, eterogeneo, che si basa però sull’uso di contenuti pubblicitari come sostentamento.
Da pochi anni la piattaforma ha creato una serie di shorts, dei corti verticali non più lunghi di 30 secondi, realizzati per fronteggiare la concorrenza di IG e Tik Tok.


Facebook, Instagram, Tik Tok: tre mondi paralleli e completamente differenti


Ti sarà capitato, molto probabilmente, di trovare gli stessi contenuti video riprodotti sia su Facebook, Instagram o TikTok: senza fare distinzione. Non esiste errore peggiore se non quello di distribuire i contenuti uguali. La strada giusta da percorrere, per fissare un piano marketing strategico, è proprio quello di diversificare, differenziare, distinguere ogni contenuto visivo in base alla tipologia di social e soprattutto al pubblico di riferimento. Facebook è, probabilmente, il social più eterogeneo, vista l’enorme affluenza e tipologia di target che lo usano. Su Facebook si possono pubblicare video lunghi e dettagliati, riservati a un audience che rimane, indubbiamente, per più tempo su un contenuto e in modo più continuativo su una pagina, senza scrollare in modo compulsivo. 

L’antitesi di Facebook è il social network cinese, TikTok, velocissimo, la piattaforma Gen Z in cui è necessario essere rapidi e incisivi. Su TikTok vigono gentilezza, educazione, concetti come inclusività e solidarietà, tutto questo condito da una sorta di politically correct che molto spesso manca e viene trascurata  su altri network digitali. Instagram, infine, è il social di contenuti immagini e video più coinvolgente, in cui è possibile parlare direttamente con il proprio pubblico attraverso le stories, da personalizzare e rendere uniche attraverso tool e widget multimediali. Su IG il content creator e l’influencer hanno la possibilità di farsi conoscere meglio e di creare un filo diretto (e quotidiano) con i propri follower, Qui è necessario creare un contenuto visivo super incisivo, ironico, personalizzato, simpatico, allegro e divertente, che riassume in pochi secondi un concetto. l tone of voice cambia all’interno di questi tre social network, come la metodologia di ogni content creator: ecco perché è davvero indispensabile differenziare e distinguere ogni tipo di contenuto in base all’anima di ciascuna piattaforma digitale per lanciarlo ai vertici delle scelte del pubblico, e aumentare visibilità, audience.. 


Concludendo


Sapersi orientare all’interno delle diverse metriche sottese alle piattaforme digitali, come possibile intuire, non è sempre un’attività facile o immediata. Anzi spesso richiede l’intervento di una casa di produzione video, competente e specializzata nella gestione di tutti i contenuti, rispondendo prontamente alle necessità richieste da ogni piattaforma. In questa maniera si avrà un partner di fiducia per strutturare un approccio strategico sofisticato e differenziato. Quindi è essenziale sviluppare e implementare tattiche operative che siano non solo allineate con le tendenze predominanti e le best practices di ciascuna piattaforma, ma che siano anche flessibili e adattabili alle mutevoli dinamiche del paesaggio digitale e alle aspettative del target che li popola. Un aspetto è sicuro: va concentrato il focus sulla creazione e distribuzione di contenuti di qualità, autentici, rilevanti e che possano avere valore aggiunto per il pubblico, garantendo così una presenza online dall’elevato engagement, e che contestualmente garantisca al Brand visibilità, autorevolezza ed una posizione solida all’interno del mercato digitale globale.

Questo articolo è stato realizzato grazie agli incentivi TOCC “Transizione ecologica organismi culturali e creativi” promosso dal Ministero della Cultura e gestito da Invitalia, grazie ai fondi dell’unione europea NextgenerationUe.

*Il podcast KortoTalks è stato realizzato grazie alla partnership con Milk Studios, con Davide di Pasquale di Associazione Uniamoci onlus, grazie a Marco Bongi dell’Associazione pro retinopatici e ipovedenti, grazie a Dario Sorgato dell’associazione NoysyVision Onlus.

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